PREMIATO CON IL PRESTIGIOSO DARC AWARD DI LONDRA L’IMPIANTO DI ILLUMINAZIONE DELLA VELA DI CALATRAVA NEL CUI PROGETTO E’ STATO COINVOLTO ANCHE L’OSSERVATORIO DI CAMPO CATINO
Può l’impianto di illuminazione di un monumento essere premiato perché oltre ad essere bello è anche rispettoso delle prescrizioni in tema di inquinamento luminoso?
Certamente ed è quanto successo a Londra il 24 aprile scorso, dimostrando che è possibile e, se il progetto e la realizzazione sono stati fatti in Italia, è anche grande motivo di orgoglio.
Tanto più se si tratta di un soggetto architettonico noto come la Vela di Calatrava, oggetto di rivalutazione, con tutta l’area circostante, da parte dell’Agenzia del Demanio in occasione del Giubileo.
Alla cerimonia di premiazione, che si è svolta presso il Woolwich Works, hanno partecipato la progettista lighting designer, Barbora Nacarova dello studio Dolce e Luce e l’Arch. Isabella Di Marsico della Direzione Servizi al Patrimonio dell’Agenzia del Demanio.
Tra i requisiti richiesti, per concorrere al prestigioso premio internazionale, vi è anche quello del basso impatto sulla volta celeste ed il contenimento inquinamento luminoso.
Per tale finalità l’Arch. Barbora Nacarova, nell’estate del 2024 ha contattato l’OACC, per una valutazione dell’elaborato progettuale al fine di verificare che lo stesso rispettasse le prescrizioni della L.R. 23/2000 in tema di light-pollution.
Dalla collaborazione è scaturito un confronto che ha portato a delle piccole ma importanti migliorie, suggerite da Mario Di Sora e Ugo Tagliaferri, che ne hanno studiato i dettagli con riferimento ai valori di luminanza e di luce dispersa fuori sagoma.
E così il 23 novembre 2024, durante una delle accensioni di prova, con la presenza di tutti i soggetti coinvolti, si è constatato, con soddisfazione reciproca e generale, che tutti gli obbiettivi prefissi erano stati raggiunti.
L’illuminazione artistica della Vela, che rappresenta il percorso del Sole, della Luna e delle stelle non poteva quindi non considerare l’aspetto di tutela del cielo notturno; anche perché nella zona ricadono gli Osservatori Astronomici di Monte Porzio e Fuligni di Rocca di Papa, senza trascurare che la zona di Tor Vergata e quasi direttamente visibile dall’Osservatorio di Campo Catino.
Nel concept progettuale gli astri scandiscono il tempo, le stagioni e le nostre vite, e da sempre guidano il viaggiatore verso la meta. Il gioco di luci inizia con toni caldi, simili a quelli del tramonto, per evolversi verso una luce bianca che richiama la luna crescente. La tonalità si raffredda progressivamente, passando attraverso sfumature di celeste e blu, evocando il cielo stellato, per poi spegnersi alle 24.
Una visione notturna della Vela conferma senza dubbio non solo la bontà dell’impianto, costituito da 38 fari a fascio stretto della Linea Light Group, dotati di appositi schermi, ma anche la delicatezza dello stesso che lo portano ad essere uno dei monumenti illuminati meglio in campo internazionale. Il livello qualitativo del progetto non risiede nella potenza dello stesso ma nella qualità della luce nonostante i bassi livelli di luminanza che lo rendono comunque ben visibile da qualche kilometro.
Niente a che vedere quindi con la maggior parte degli impianti di altri importanti monumenti in cui i progettisti, non di rado famosi, si ostinano a sparare luce in modo indiscriminato con flussi dispersi verso il cielo anche nell’ordine dell’80% e potenze tali da appiattirne la trama e la “leggibilità” architettonica (si pensi all’illuminazione di tanti edifici e monumenti italiani).
Ancora una volta viene confermata la bontà della normativa regionale del Lazio che, specie nel Comune di Roma, viene rispettata grazie anche alla sensibilità di vari Dipartimenti e Gruppi della Polizia Locale capitolina con il supporto tecnico dell’Osservatorio di Campo Catino.
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